Domenica delle palme: Gesù entra in Gerusalemme

Il Signore ne ha bisogno ecco il tuo re viene a te

Tante generazioni di cristiani hanno vissuto la ricerca della risposta della domanda: quand’è che viene il regno di Dio? Il brano dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme risponde. Il regno di Dio viene qui e ora, ogni qualvolta che noi accogliamo il re così come lui viene. In realtà l’importante non è quando viene, ma come viene il regno di Dio. Il regno di Dio viene come viene il re Gesù mite e umile sull’asinello, ogni volta che accogliamo questo re, viene il regno di Dio.
Tutti si aspettavano un Messia potente che dominasse e invece, arriva un Messia mite e umile a cavallo di un asinello che non domina nessuno, che viene a dare la vita per tutti, proprio per questo regno. Questa è la presa di possesso di Gesù. Questo modo di fare il re, di fare il Messia è il grande mistero della salvezza del mondo che non è ancora stato capito: Dio è povero, umile e mite, non è il supremamente violento e potente come lo immaginiamo. Gesù venendo con mitezza e umiltà fino a dare la vita sulla croce, vince ogni violenza ponendo la sua vita a servizio.
L’uomo a immagine di Dio non è quello che noi pensiamo il più potente, il ricco che domina tutti, quello è un uomo fallito, un poveretto. Bisogna pregare per lui che capisca cos’è l’uomo vero; l’uomo vero è quello che sa amare e servire tutti. Questa è la libertà politica, perché è un Messia politico; il gesto di Gesù è politico, cioè riguarda la relazione tra gli uomini. Finisce nella mitezza del figlio quella violenza originaria che sta alla fondazione dei rapporti della città dell’uomo, che si innalza sempre sul cadavere del fratello più debole.
Chi è questo qualcuno che è ha da obiettare a slegare l’asino? I primi a obiettare siamo noi stessi: a che serve servire ci chiediamo? Ci si perde soltanto; non si cambia il mondo servendo. La prima obiezione che tutti abbiamo è che: ma il regno di Dio non è qualcosa di molto grande che si impone e tutti lo riconoscono e domina tutti. Cosa serve slegare un asino? È tutta qui la missione? Tutto questo voleva fare il Figlio di Dio sulla terra? Poteva farlo senza scomodarsi.
Il Signore ne ha bisogno. È l’unica cosa di cui nel vangelo il Signore abbia bisogno, di nessun altro ha bisogno. Cosa serve per realizzare il Regno di Dio? Nulla di ciò che noi immaginiamo; nulla di ciò che gli apostoli immaginavano, né cavalli, né carri. Siamo come Davide che per combattere il gigante Golia, non è che siamo deboli, abbiamo troppe armature addosso con questo non ci possiamo muovere.
O cambiamo gioco e finalmente comprendiamo che Dio ha ragione con il comando dell’amore, con la mitezza, con la solidarietà con l’umiltà, se no, è impossibile vivere. Quindi la stessa storia deve diventare luogo di grande rivelazione, comprendiamo la verità della promessa e della parola di Dio.
Tutta la città fu in agitazione; come quando arrivano i Re Magi che domandano: dov’è il re dei Giudei? La gente si chiede: Chi è costui? Costui è il re, e chi è? Il seguito del vangelo poi sarà il fare vedere come lui entrato nella città e lentamente la espugna tutta pezzo per pezzo. Cioè le varie dispute, sono le varie dispute sui capisaldi del nostro modo di pensare sulla vita e sulla morte, sui rapporti. E lì a uno a uno li espugna con il criterio della mitezza e dell’umiltà, fino a quando sulla croce finalmente regna, dando la vita per tutti.

don Paolo